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Lo Shire è una razza di cavalli da tiro di origine britannica, di cui si hanno le prime testimonianze già nel I sec. a.C. in alcuni scritti di Giulio Cesare. Sono definiti i giganti della loro specie e hanno contribuito, grazie alla loro estrema forza e resistenza, allo sviluppo della società moderna. Indispensabile un tempo nelle campagne per arare la terra così come nelle città per trainare carri pesanti, a comprare uno Shire oggi sono principalmente gli appassionati. Sono esemplari riconoscibilissimi per la loro enorme mole e le caratteristiche zampe ricoperte da un pelo lungo fino agli zoccoli. Lo Shire ha attraversato le epoche fino ai giorni nostri sempre con soprannomi diversi, ciascuno per mettere in risalto una sua caratteristica.
A causa delle sue grandi dimensioni, con un garrese dai 178 ai 207 cm e un peso di 1.000–1.200 kg, comprare e vendere uno Shire è senza dubbio impegnativo. La sua altezza imponente ha raggiunto il record nella seconda metà dell’Ottocento con Sampson, che raggiunse i 219 cm al garrese e un peso di 1.524 kg e per questo fu soprannominato ""Mammoth"". Il colore del mantello solitamente è morello o baio con lunghe e caratteristiche frange bianche che vanno dagli stinchi agli zoccoli; più rari invece sono i colori chiari. Gli zoccoli a loro volta possono raggiungere dimensioni anche doppie rispetto a quelle degli altri cavalli. La sua conformazione fisica lo rende adatto per il tiro pesante, mentre è meno richiesto per le discipline sportive dove viene utilizzato solo per le gare più semplici, non essendo idoneo al salto o al dressage. In compenso la sua stazza, la forza e il carattere docile lo rendono un buon compagno e un animale da parata o da cerimonie.
""Gigante buono"", ""cavallo da guerra"", ""grande cavallo"", ""vecchio cavallo nero inglese"": questi e altri i soprannomi che si è guadagnato nel corso degli anni.
Oggi sono principalmente gli appassionati a comprare uno Shire, per la sua dolcezza a dispetto della mole, per il suo aspetto fisico che richiama quello del cavallo da guerra in grado di sostenere anche il peso dell’armatura e per la tradizione come cavallo da traino nei birrifici. Insomma, è un animale che porta con sé moltissimi legami storici e romantici.
L’influenza più importante sulla razza Shire si ebbe nel XVI secolo, quando, durante le operazioni di bonifica delle paludi, gli ingegneri olandesi introdussero nel Regno Unito alcuni cavalli Frisoni. L’incrocio tra le due razze conferì allo Shire maggiore fluidità nei movimenti. Fu solamente alla metà del XVII secolo che cominciò a diffondersi il termine “Shire”, andando a identificare i cavalli che, grazie alla possente muscolatura, venivano impiegati sulle strade sconnesse dell’epoca per il trasporto delle merci.
Oggi lo Shire è purtroppo una razza a rischio, con una popolazione che non raggiunge i 1.500 esemplari. Continua a essere utilizzato nel Regno Unito da alcuni birrifici come cavallo da traino per la consegna dei prodotti, anche se, ovviamente, tale attività non risulta così diffusa come agli inizi dell’Ottocento. Grazie alla possente mole che lo caratterizza, inoltre, comprare o vendere uno Shire è diventata pratica assai diffusa nel settore della selvicoltura oltre che nel Regno Unito, anche nel Nord America e in Australia. L’incrocio con la razza Clydesdale, infine, ha dato vita da alcuni anni a uno Shire più snello ed elegante, caratteristiche che consentono di utilizzarlo in alcune discipline sportive semplici, nonché come cavallo da sella per lunghe passeggiate nella natura.